La Focsiv non condivide nulla del trattamento riservato ai migranti dal nostro Paese: è un sistema di vera e propria 𝐝𝐞𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 nelle strutture di trattenimento, per giunta, con costi elevati che gravano sulla comunità.

La nave Libra della Marina Militare - capace di caricare da sola fino a 80 marinai e circa 200 passeggeri - ha portato 16 migranti provenienti da Bangladesh ed Egitto che sbarcheranno nel porto di Shengjin, dove è stato allestito un hotspot per la prima accoglienza. Un viaggio che costa quasi 290 mila euro, quindi, per questo primo viaggio, 18.000 euro a migrante. 

Poi i migranti verranno trasferiti a Gjader, dove sono stati predisposti i tre centri. Un centro di prima accoglienza con 144 posti, un Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) con 880 posti, e una struttura carceraria con una capacità di 20 posti. 

Ma, dalle immagini che stiamo vedendo tutti e tre i centri sono strutture molto simili alle 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐜𝐞𝐫𝐚𝐫𝐢𝐞: sbarre alle finestre, porte di sicurezza, muri alti e guardie armate.  Siamo arrivati laddove in molti volevano arrivare. A trattare i migranti come dei delinquenti.

E quindi 𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, che già erano dei luoghi deprimenti e fatiscenti, 𝐨𝐫𝐚 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐥𝐮𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐨𝐥𝐞, 𝐬𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐜𝐞𝐫𝐢.

Oltre il rammarico per come si sta trattando la gestione dei flussi migratori, non ci resta che ricordare a gran voce - come ha affermato il Presidente Mattarella - 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐛𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐚𝐫𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐚 𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐥’𝐚𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞̀ 𝐮𝐧’𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧𝐞𝐧𝐭𝐞.

Il centro di Shengyin - foto ANSA
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